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(titolo, relatore, laureando)

Proposta di un protocollo LEED per il recupero sostenibile di corti rurali
Relatore: Prof. Ing. Maurizio Biolcati Rinaldi
Laureando/i: Matteo Barion
Anno accademico: 2009/2010

 

Corte Canova - Bondeno (FE)
INTRODUZIONE

 

E’ oramai consuetudine apprendere notizie relative ad alluvioni, smottamenti, ed altre calamità che spesso non sono di origine naturale, ma il frutto della maldestra e irrefrenabile opera di costruzione sul territorio da parte dell’uomo; l’opera del costruire in sé non è delittuosa, anzi è da considerarsi come alta espressione del sapere e delle tecniche acquisite col passare dei secoli, che contribuisce a migliorarne le condizioni di vita. All’inizio per necessità di trovare riparo dalle avverse condizioni climatiche e dagli animali selvatici, successivamente integrando tali finalità con quelle più moderne dettate da un’esigenza di migliorare le condizioni igieniche e funzionali.

Ogni costruzione del passato che possiamo ancora oggi incontrare sul territorio ha una sua precisa lettura morfologica che rimanda ad una tipologia standard consolidatasi nel tempo. Altezze, volumi, rapporto dei vuoti e dei pieni, distanza con gli altri edifici, posizione, esposizione, materiali, coperture, etc. sono parametri che nel corso degli anni si sono standardizzati fino a raggiungere in tempi più recenti l’appellativo di “norme”.

Alcune norme, però, non essendo figlie di un’evoluzione naturale di un’esperienza locale, ma più spesso di studi tecnici a matrice globale, mantengono un carattere troppo generale, così da non trovare un corretto riscontro in alcuni ambiti di nicchia. Un esempio è dato dalla riqualificazione del patrimonio edilizio rurale tradizionale.

E’ chiaro che è possibile applicare le normative alle costruzioni rurali, ma è necessario porsi alcune domande: alla fine del processo di riqualificazione ed adeguamento alle moderne normative, la costruzione è ancora riconoscibile come tradizionale? Ha mantenuto la sua tipologia? E’ ancora testimone della storia sociale ed economica del territorio o si è resa anonima, confondendosi con le altre costruzioni adiacenti? Ma soprattutto, qual è stato l’impatto ambientale risultante dal processo di riqualificazione e quale sarà quello futuro dovuto all’uso del fabbricato?

A queste domande devono essere date risposte chiare ed esaurienti, non solo al committente dell’opera ma all’intera comunità, in quanto, una nuova costruzione o anche un semplice adeguamento, comporta una serie di attività (uso di risorse, produzione di rifiuti, consumi di energia…) che vanno a modificare il territorio in cui noi tutti viviamo.

Dunque, è essenziale da parte di chi effettua l’intervento su queste tipologie di edifici e sul territorio in genere, che ci sia la consapevolezza del valore e dell’importanza del progetto, per cui ogni proposta deve rispettare le esigenze di una corretta utilizzazione del territorio come risorsa e non deve assolutamente mancare lo stimolo di approfondire una conoscenza dei caratteri morfologici, ambientali, tipologici e storico-testimoniali del territorio stesso poiché essi variano da contesto a contesto.

La proposta di un protocollo per un recupero sostenibile deve porsi l’obiettivo non solo di favorire la qualità della progettazione a tutte le scale d’intervento, ma anche garantire la massima attenzione ai problemi della salvaguardia dei valori storici, culturali, ambientali del territorio attraverso la definizione di una politica che sappia mediare fra il mantenimento dei caratteri tipologici degli organismi costruiti e la possibilità di apportare trasformazioni adeguate al cambiamento di destinazione d’uso. Deve riuscire ad identificare i gradi di libertà che devono essere lasciati nel ridefinire gli aspetti spaziali e tecnologici della riqualificazione.

Facendo riferimento ad un protocollo esistente per le nuove costruzioni (il protocollo LEED) e ai suoi principi ispiratori ne è stato proposto uno per il recupero sostenibile di corti rurali.

Il protocollo ideato, si suddivide in tre grandi scale d’intervento:

- scala territoriale

- scala edilizia

- scala architettonica

Ogni scala si suddivide ulteriormente in ambiti di intervento:

- per la scala territoriale gli ambiti sono tre: il sistema viabilità (SV), il sistema idraulico (SI) e il sistema arboreo (SA)

- nella scala edilizia sono presenti due ambiti: l’impianto urbanistico originario (IUO) e i caratteri morfologici dell’insediamento (CMI)

- la scala architettonica, invece, è suddivisa in tre ambiti: gli edifici abitativi, produttivi e di servizio (EAPS), i materiali e le tecnologie tradizionali (MTT) e le soluzioni impiantistiche e di involucro (SII)

Gli ambiti di intervento si compongono di crediti ai quali viene assegnata una finalità da raggiungere tramite una valutazione numerica. Il valore numerico massimo attribuibile al credito va ponderato in base all’impatto che questo ha nel suo ambito e complessivamente all’interno della scala d’intervento e quindi sull’intera sostenibilità.

La tesi è composta di quattro capitoli: nel primo capitolo viene illustrato cos’è il protocollo LEED, come si compone, l’ente che lo promuove (GBC) e la sua mission; segue un breve capitolo sulle principali caratteristiche di una corte rurale tradizionale presente nel territorio ferrarese. Nel terzo capitolo viene presentata la proposta di protocollo LEED per il recupero sostenibile di corti rurali. Infine, l’applicazione dello stesso ad una corte rurale esistente, sita nel Comune di Bondeno, denominata Corte Canova.

 

PROPOSTE DI RECUPERO E RISULTATI OTTENUTI

Edificio residenziale: visto il carattere prettamente abitativo e i volumi a disposizione, non resta che recuperare la prima unità lasciandone intatta la destinazione d’uso. La seconda, invece, presentando dimensioni in pianta troppo piccole per due residenze indipendenti e nel contempo troppo grandi per un’unica abitazione necessita di un cambio di destinazione d’uso in ambiente destinato ad attività ricettive, ad esempio un Bed & Breakfast.

Edificio produttivo: se si vuole mantenere lo spirito produttivo di questo edificio, una proposta di recupero possibile è quella di trasformarlo in un Country Club, ossia in un edificio atto ad intrattenere gli avventori con attività di ristorazione e possibilità di ospitare eventi riservati ad un piccolo gruppo di persone. Al piano terra trovano spazio un piccolo bar, una sala da sessanta coperti e gli spazi riservati ai servizi igienici e alla cucina con relativi spazi pertinenziali, mentre il primo piano viene destinato a sala congressi. Il portico a nord rimane chiuso per poter creare gli spazi di servizio del ristorante, quello rivolto a sud, invece, viene tamponato con superfici trasparenti. Una seconda proposta di recupero vuole trasformare la corte, in comunione con l’edificio residenziale, in un piccolo borgo residenziale dove il produttivo ospita al suo interno tre tipologie residenziali a lotto gotico. E’ previsto il mantenimento del portico che da a sud e la riapertura di quello a nord. Il resto dell’edificio ospita trasversalmente ai portici le tre unità residenziali che si intervallano ogni due campate. Lo spazio che prima occupava la stalla diventa il piano terra dei due edifici, mentre il fienile ne diventa il piano primo. Tutte e tre le unità vengono costruite con nuove strutture orizzontali e verticali ad eccezione dei pilastri, della copertura e dei due muri laterali portanti. Il portico a sud acquisisce l’identità di uno spazio comune dove i residenti possono muoversi liberamente e incontrarsi, quello che da a nord, invece, assume il ruolo del “cortile” privato, una zona tampone tra l’interno e l’esterno.

Gli edifici in oggetto di studio sono stati adeguati dal punto di vista strutturale risanando i componenti orizzontali e verticali secondo quanto indicato dal D.M. 14/01/2008 seguendo le indicazioni relative agli edifici esistenti. E’ stata effettuata un’analisi sismica e uno studio per i nuovi componenti strutturali. Infine, un adeguamento acustico ed energetico ricorrendo all’impiego di materiali di nuova generazione con prestazioni di isolamento acustico e termico atti a ricreare pacchetti strutturali che, unitamente agli impianti di produzione dell’energia, superassero le verifiche imposte dal DPR 59/09 attuativo al DLgs 192/05.

Applicando il protocollo alle tre proposte di recupero si sono ottenuti risultati ricadenti nella classe denominata “oro”.

 

INDICE DELLE FONTI BIBLIOGRAFICHE E TELEMATICHE

• STEFANELLI G., POLLINI A. – “Elementi di costruzioni rurali” – Edizioni Agricole, 1975

• BIOLCATI RINALDI M. – “Il progetto edilizio” – Pitagora Editrice, 1998

• DELVILLE D. – “Arredamento di interni” – Editoriale Altroconsumo, 1993

• ZAFFAGNINI M. – “Le case della grande pianura” – Alinea, 1997

• BOERI A. – “Tecnologie per il recupero degli edifici rurali. Esperienze dell’Emilia Romagna” – Minerva Edizioni, 2001

• BIOLCATI RINALDI M. – “Analisi degli immobili rurali di interesse architettonico e testimoniale” – Associazione intercomunale alto ferrarese, 2010

• MASSARETTI P.G., BARICCHI W. – “Insediamento storico e beni culturali. Alto ferrarese” – Amministrazione provinciale di Ferrara. Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna,1998

• ZEVI L. – “Il nuovissimo manuale dell’architetto” – Mancuso Editore, 2003

• FERLAINO F. – “La sostenibilità ambientale del territorio. Teorie e metodi” – Utet, 2005

• REGIONE EMILIA ROMAGNA – “Sostenibilità ambientale e rigenerazione urbana” – Alinea, 2004

• ARRIGO G.,PARMIGIANI C., - “Corti di pianura. Architetture rurali nel paesaggio padano” – Cierre Edizioni, 2000

• COMUNE DI BONDENO – http://www.comune.bondeno.fe.it

• REGIONE EMILIA ROMAGNA – http://ermes.regione.emilia-romagna.it

• GBC ITALIA – http://www.gbcitalia.org

• CARTA GEOGRAFICA UNICA DELLA PROVINCIA DI FERRARA -
http://sit.geographics.it/GeoRweb_SIGPROVFE/sitoMain.aspx

• SERVIZIO GEOLOGICO, SISMICO E DEI SUOLI DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA – http://www.regione.emilia-romagna.it/ wcm/geologia/canali/cartografia/sito_cartografia/ sito_cartografia.htm

• ITACA (istituto per l’innovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale) – http://www.itaca.org

• METEO TITANO (centro meteorologico sammarinese) http://www.meteotitano.net/sunmap.php#output

• P.S.C. (piano strutturale comunale in forma associata) – http://www.comune.poggiorenatico.fe.it/index.php?pg=484

• REGOLAMENTO DI IGIENE, SANITÀ PUBBLICA E VETERINARIA –
http://www.racine.ra.it/suapfaenza/regolamento_igiene2.htm

Le Tavole

Foto Gallery

Profilo

Barion Matteo

Titoli di studio:

  • Diploma di maturità:   Liceo Scientifico Sperimentale P.N.I. conseguito nell’anno scolastico 2001/2002presso l’Istituto “P. Paleocapa” di Rovigo
  • Laurea triennale:          Ingegneria Civile e Ambientale conseguita nel 2007 presso l’Università degli Studi di Ferraracon tesi dal titolo “Lettura della forma urbana di nuovi insediamenti di   successo: Port Grimaud e Pont Royal” Relatore: Prof.ssa Arch. Donatella Diolaiti Correlatore: Arch. Alberto Guzzon
  • Laurea magistrale:       Ingegneria Civile conseguita nel 2010 presso l’Università degli Studi di Ferrara con tesi dal titolo “Proposta di un protocollo LEED per il recupero sostenibile di corti rurali” Relatore: Prof. Ing. Maurizio Biolcati Rinaldi
  • Abilitazione all’esercizio della professione di ingegnere sezione A – Febbraio 2011

 

Esperienze formative:

  • Frequenza del corso per ottenimento della ECDL (European computer driving licence) con superamento dei relativi esami – 2001/2002
  • Partecipazione al corso “Isolamento termico ed acustico” – Soluzioni orizzontali e verticali a norma con DLgs 311/06 e la L. 447/95 – Maggio 2007 – ASSFORM
  • Partecipazione al convegno “Dal globale al locale: piani d’azione per il clima” – Maggio 2007 – ARPA Emilia Romagna
  • Partecipazione al seminario “Edifici a impatto “0”. Il sistema LEED: la valutazione della sostenibilità ambientale nell’edilizia” – Maggio 2010 – ASSFORM
  • Tirocinio presso lo studio professionale “Studio progettazione urbanistico edilizia” – Arch. Ing. Milto Baratella (Rovigo)
  • “Corso per coordinatore per la progettazione e coordinatore per l’esecuzione dei lavori” (D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. – Titolo IV) – 120 ore [in frequentazione]

 

Conoscenze linguistiche:

  • Italiano: madrelingua
  • Inglese: molto buono (scritto e parlato)
  • Francese: buono (scritto e parlato)

 

Conoscenze informatiche:

  • Autocad (tutte le versioni)
  • Archicad (tutte le versioni)
  • Pacchetto Microsoft Office (tutte le versioni)
  • Straus7
  • Adobe Photoshop
  • Termo8

 

Contatti: matteobarion@libero.it
Associazione AssForm

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